Pubblicato da: G.F. | 15 marzo 2012

Sono un retrogrado?



Spero di no… sono troppo integralista? Forse…

Fatto sta che quando vedo i commenti alle foto su Facebook mi viene un po’ di tristezza.

Perché, quando uno carica una foto, troppo spesso a seguire si trova una ridda di commenti di questo tenore:
“Bella, è un HDR?”
“Geniale! Che macchina hai usato?”
“Ma l’hai pacioccata in Photoshop!”
“Eh sì, ho usato il 18 mm. a f/5,6”
“Ammettilo: hai usato il 300!!”
“Urca che sensore! Mi fai ricredere sul micro 4/3!”
eccetera,
eccetera,
eccetera…

Capisco bene il divertimento della postproduzione, la sottile eccitazione che dà il tenere in mano un 300 mm. o una macchina potente con tanti pixellini.

Però bisogna dirlo, qualche volta: quando abbiamo finito di contare i peli della barba del clochard che è stato fotografato (e poi una volta parliamo dell’opportunità di fotografare i clochard e i disgraziati in generale) osserviamo anche che il fotografo gli ha tagliato il mento!
Quando abbiamo finito di elogiare la postproduzione di quel paesaggio, constatiamo che l’orizzonte è storto!
Non è un fatto creativo: è solo storto!
E diciamolo – con garbo, magari (l’educazione è sempre cosa buona e giusta) – ma DICIAMOLO: “Puoi avere un’attrezzatura spettacolare, ma se non impari a fare le foto dritte, faranno sempre schifo”

Attenzione: nessuna macchina fotografica ha MAI migliorato le fotografie di nessuno.

Se sono brutte, restano brutte, solo più nitide… a volte.

Le foto le fa il fotografo, non la macchina.

🙂


Risposte

  1. condivido il tuo punto di vista.
    viene spesso confusa la Fotografia con l’attrezzatura fotografica.

  2. E se oltre a essere brutte sono anche più nitide è anche peggio.

  3. Vero… 😀

  4. Ma diciamolo anche come lo direbbe Grog. Perché certe cose, dette con garbo, con altrettanto garbo scivolano tra le volute del padiglione auricolare, scendono giù giù per la colonna vertebrale, fanno una capriola tra le natiche e atterrano dietro i talloni dove nessuno le raccoglie più. Dette invece con una certa istintiva sferzante intensità lasciano una sensazione di infastidito stupore che, talvolta, risveglia nell’orgoglio di taluni un sopito senso di autocritica che, se coltivato, fruttifica.


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